Natura morta con fiori frutta e selvaggina

Lorenzo De Caro

Natura morta con fiori frutta e selvaggina

lbl_periodo_opera

XVIII sec.

lbl_soggetto_opera

Natura morta

lbl_tecnica_opera

olio su tela

lbl_dimensioni_opera

cm 49×62,5

lbl_altre_informazioni_opera:
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lbl_proprieta_opera (Comune di Reggio Calabria);
lbl_inventario_opera (2025C)

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La natura morta è rappresentata in primo piano rispetto allo sfondo paesistico, dove è chiaramente delineato il profilo di un monte. La parte centrale della composizione è occupata da una ciotola in ceramica dipinta riversa accostata ad una varietà di frutti. In secondo piano si distinguono un vaso colmo di fiori, a destra, e una lepre a sinistra.

Oggetti: brocca, ciotola. Vegetali: Frutti, fiori. Animali: Lepre

Nell’arte figurativa, il genere della natura morta ha come soggetto fiori, frutta, pesci, cacciagione, o vari oggetti d’uso, come nel dipinto di De Caro. È nel XVI sec che comincia il processo che porta all’autonomia di questo, come degli altri generi pittorici, cui hanno contribuito diversi fattori, dalla diminuita richiesta di quadri religiosi nei paesi nordici dopo la Riforma alla formazione di una nuova committenza borghese e alla presenza, nelle botteghe, di artisti specializzati nel dipingere oggetti, paesaggi ecc.
Solo alla metà del XVII sec compare nei Paesi Bassi l’espressione stilleven (vita silenziosa/quieta), così come still life in quella dei paesi anglosassoni.
A seconda degli oggetti rappresentati, le nature morte racchiudono significati simbolici o allegorici (le stagioni, i sensi) e spesso, quando la presenza del teschio, del fiore appassito, del frutto marcito rimanda esplicitamente alla fugacità del mondo, assumono il nome di vanitas. La precisione documentaria nella rappresentazione di fiori e animali rispecchia anche l’interesse scientifico emergente in questi anni. In Olanda si distinguono in questo genere A. Bosschaert, P. Claesz, W. Kalf (non va dimenticato il contributo eccezionale di Rembrandt); nelle Fiandre, J. Bruegel dei Velluti, D. Seghers e F. Snyders. In Italia, i nomi di Caravaggio, E. Baschenis, P. Porpora, G. Ruoppolo riportano ad ambienti dove particolarmente viva fu la tradizione di questo genere. In Spagna, oltre a quelle di J. Sánchez Cotán e J. van der Hamen, sono da ricordare le splendide nature morte di F. Zurbarán; quelle di L. Baugin, J. Linard, L. Moillon in Francia dove, nel XVIII sec., raggiungono un livello altissimo con J.-B.-S. Chardin.

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