Gondola

Vitrioli Tommaso

Gondola

Periodo

XIX sec.

Soggetto

Tecnica

olio su tela

Dimensioni

cm 63×76

Altre informazioni:
Collezione (Vitrioli);
Proprietà (Comodato d’uso Comune di Reggio Calabria);
Inventario (49)

Tela di forma rettangolare in cui viene rappresentato il tipico paesaggio lagunare veneziano. Al centro del dipinto, in primo piano, tra le acque della laguna, figura una gondola al cui bordo si trovano due nobili fanciulle, un nobiluomo che tiene la mano di una nobildonna, un suonatore di mandolino e il gondoliere. Sullo sfondo, in lontananza, si nota il profilo della basilica della città di Venezia, dedicata a San Marco. Personaggi: gondoliere, suonatore di liuto, uomo, donna, fanciulle.

Oggetti: gondola, mandolino, velo. Architetture: basilica. Simboli: leone alato

Nell’opera si intravedono temi e soggetti che possono ricollegarsi alle ricerche paesaggistiche della scuola di Posillipo e all’esperienze del padre Annunziato che studiò all’Accademia di belle Arti partenopea. Il dipinto si lega anche alle tematiche etiche ed estetiche dell’epoca romantica.

Per pittura napoletana si intende quell’attività creativa pittorica che abbraccia un arco di tempo che va dal XVII alla prima metà del XX secolo e che ha interessato la città di Napoli influenzando poi tutto il meridione. La pittura napoletana si trasforma completamente nell’Ottocento, abbandonando ogni residuo tardo-barocco o caravaggesco e inserendosi in un più vasto movimento artistico, paesaggistico e in parte romantico, che assume connotati propri con la Scuola di Posillipo tra il 1820 e il 1850.

A questo va aggiunto anche il fenomeno dilagante di un’arte minore quale la pittura di paesaggi su fogli e piccole tele da vendere ai turisti giunti a Napoli, immortalando i paesaggi del Vesuvio, di Pompei, delle isole o di altri scorci della città.

A portare alla nascita di una vera corrente pittorica di questo tipo è Antonio Pitloo, giovane olandese che giunge a Napoli nel 1815, dopo un soggiorno a Parigi a contatto con paesaggisti seguaci di Valenciennes, dove muore nel 1837, lasciandovi una grande eredità. Pitloo unisce tutte queste istanze pre-paesaggistiche e “introduce” per primo a Napoli la tecnica della pittura en plein air “all’aria aperta”, dipingendo in splendidi olii ricchi di luce ed effetti cromatici i paesaggi più classici della città partenopea.

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