Magico, romantico, affacciato su una posizione unica in tutto il Mediterraneo, il lungomare di Reggio Calabria è il prolungamento naturale del centro storico della città ed è la tappa irrinunciabile per i reggini e tutti gli amanti del fascino del mare. Definito come il chilometro più bello d’Italia (in realtà è lungo 1,7 chilometri) è uno dei punti focali dell’anima reggina.
Rinato tre, quattro volte
Il chilometro di terra prospiciente allo Stretto prende vita come momento di rinascita della città dopo il terremoto del 1783. L’ingegner Giovan Battista Mori immagina e realizza uno spazio aperto, affacciato sul mare, con alle spalle una serie di edifici che seguivano la forma della costa che prese il nome di Real Palazzina. Cent’anni dopo, l’irruente arrivo della ferrovia costringe la città ad una risistemazione della via marina. Il lungomare è costretto a rinascere una volta ancora dopo il terremoto del 1908, dopo il quale assume la forma attuale. Infine, nel 1994 il Lungomare rinasce una quarta volta con grandi lavori di riqualificazione con la creazione di una serie di passeggiate a vari livelli che hanno riprogettato uno degli spazi pubblici più grandi d’Europa.
LO SAPEVI CHE?
Il Lungomare Falcomatà è dedicato al sindaco Italo Falcomatà, protagonista, a metà degli anni Novanta, di quella che fu definita la Primavera di Reggio, quando la zona venne riqualificata e visse la sua quarta rinascita.
Tutta la storia in una passeggiata sul mare
Il lungomare è costituito quattro vie: lungomare Falcomatà, lungomare Matteotti, corso Vittorio Emanuele III e viale Genoese Zerbi, che tutte insieme costituiscono quella conosciuta come la Via Marina. Tra i palazzi affacciati alla via Marina domina lo stile Liberty, frutto dell’ultima ricostruzione all’inizio del Novecento. Di particolare fascino sono il palazzo Zani, il palazzo Spinelli e villa Genoese Zerbi. Ma una passeggiata lungo il suo percorso ci fa conoscere tutta la storia della città, dalla fontana monumentale ai monumenti commemorativi, i reperti di epoca greco-romana, come il monumento a Ibico reggino (VI secolo a.C), poeta greco di Reggio e inoltre la colonna ellenistica sormontata da un tripode in bronzo simbolo di Apollo (Reggio in una sua fase storica si chiamò “Febèa” ovvero la città di Apollo. Fu il tiranno Dionisio II di Siracusa a chiamarla così nel IV secolo a.C. dopo averla ricostruita e consacrata ad Apollo: era stato il padre Dionisio I a distruggerla, deportando gli abitanti a Siracusa. Dionisio II li fece rientrare e partecipare alla ricostruzione. Infine, possiamo anche scoprire due tratti delle mura di cinta della città greca e un impianto termale di epoca romana. A tratti verdissimo e ricco di palme e specie vegetali estremamente variegate.
Non solo mare
Il Lungomare è il miglior punto di riferimento per scoprire il cuore della città. Ricche e brevi passeggiate ci conducono al Museo Archeologico Nazionale, la “casa” dei Bronzi di Riace, ci portano tra le vie del centro storico di corso Vittorio Emanuele II e Piazza Garibaldi e infine tra i giardini della Villa Comunale, solo per citarne alcuni.