Martirio di Sant’Agnese
Vitrioli Annunziato

Periodo
XIX sec.
Soggetto
Sacro
Tecnica
olio su tela
Dimensioni
cm 89×78
Altre informazioni:
Collezione (Vitrioli);
Proprietà (Comodato d’uso Comune di Reggio Calabria);
Inventario (8)
In primo piano si nota la presenza di due figure, sant’Agnese e il suo assassino. La scena presenta la donna che, colta di spalle dal suo aggressore, viene uccisa con un colpo di pugnale al petto e volge il suo sguardo, ormai spento e dolente, verso l’alto.
Personaggi: Sant’Agnese, assassino. Attributi: pugnale
Il martirio di S.Agnese, dove si vede il carnefice che infigge sul candido petto della martire la lama del pugnale, l’efferatezza e la crudeltà del carnefice, la dolcezza e la rassegnazione della vittima colpiscono subito l’occhio dell’osservatore perché le due figure sono ritratte in modo magistrale dal pennello dell’artista.
Agnese (Roma, 290-293 – Roma, 21 gennaio 305) era, secondo la tradizione latina, una nobile appartenente alla gens Clodia che subì il martirio durante la persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano all’età di 12 anni. Molto varie e talvolta contrastanti sono le notizie circa la sua vita e il suo martirio. Secondo alcuni il figlio del Prefetto di Roma si era invaghito di Agnese senza essere ricambiato, avendo la giovane fatto voto di castità a Gesù. Dopo il rifiuto della ragazzina, il padre del giovane, saputo del voto di castità, le impose la clausura fra le vestali, con le quali avrebbe dovuto rendere culto alla dea che proteggeva la città di Roma. Al rifiuto di Agnese, il prefetto l’avrebbe fatta rinchiudere in un postribolo. Qui però nessun cliente aveva osato toccarla, tranne un uomo che la tradizione religiosa vuole accecato da un angelo bianco, cui però successivamente, per intercessione della stessa Agnese, Dio rese la vista. La tradizione agiografica racconta anche che Agnese, accusata di magia, fu a quel punto condannata al rogo, ma le fiamme si divisero sotto il suo corpo senza neppur lambirlo ed i suoi capelli crebbero tanto da coprire la sua nudità. Dopo questo “miracolo” Agnese fu trafitta con colpo di spada alla gola. Dopo la sua morte il suo corpo fu sepolto nella catacomba oggi nota come Catacomba di Sant’Agnese. Sant’Agnese è la patrona delle vergini, delle fidanzate, dei giardinieri, dei tricologi e dell’Ordine della Santissima Trinità. Anche l’Almo collegio Capranica, tradizionalmente costruito sul luogo della sua casa natale, la venera come patrona. A L’Aquila è patrona della Festa di Sant’Agnese e delle Malelingue.