Pozzuoli: la montagna spaccata

Ignazio Lavagna Fieschi

Pozzuoli: la montagna spaccata

Periodo

XIX sec.

Soggetto

Paesaggio

Tecnica

olio su tela

Dimensioni

cm 41×52,5

Altre informazioni:
Collezione (Monsolino – Lavagna – De Blasio);
Proprietà (Comune di Reggio Calabria);
Inventario (2072C)

Dipinto di paesaggio eseguito ad olio su tela

Vedute: Pozzuoli. Figure: contadini. Animali: asino. Elementi architettonici: colonna. Oggetti: statua di Santo. Paesaggi: cascata, alberi; montagna.

Il dipinto proviene dalla Collezione Monsolino-Lavagna-De Blasio acquistata dal soppresso Museo Civico di Reggio Calabria l’anno 1915, e fa parte di un lotto di 14 quadri di paesaggio, registrati in un unico blocco di numeri, dal 2063 al 2076, dell’Inventario del Museo Civico del 1915, che racco glie per intero la produzione pittorica di Ignazio Lavagna-Fieschi nota sino ad oggi (Geraci 1965; 1971; 1975). Il dipinto, la cui paternità è accertata dalla sigla posta all’angolo inferiore destro della tela, riflette il temperamento romantico del Nostro e l ‘inclinazione verso una pittura di paesaggio d’impostazione scenografica e intonazione marcatamente lirica. Il nobile paesaggista reggino Ignazio Lavagna-Fieschi compì un fruttuoso discepolato presso Salvatore Fergola a Napoli negli anni 1837-1850 (Geraci 1971), del quale certamente, e per certi aspetti in maniera evidente in questo dipinto, riflette l’influenza, accanto però alla meditazione sulla nuova tendenza del paesaggismo romantico (Geraci 1965, 1971) e sulle sperimentazioni naturalistiche incarnate dalla Scuola di Posillipo e da Giacinto Gigante in particolare (Geraci 1965, 1971; Valente 1997). Nonostante il limite di un certo dilettantismo, i paesaggi del Lavagna-Fieschi si attestano su un garbato equilibrio fra annotazione del particolare e calda velocità del tratto. La figura umana, schizzata rapidamente secondo l’uso del Fergola, si inserisce senza traumi in una natura rassicurante e idilliaca, interpretata con toni chiari ed ariosi. L’analisi dello stil e, l’esibita sicurezza nell’uso del mezzo pittorico ed il confronto con le tele datate dal Lavagna-Fieschi ci permettono di collocare l’esecuzione del dipinto in esame al periodo del soggiorno napoletano del pittore, in particolare ad una data prossima al 1844.

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