Venere e Adone

Pompeo Batoni - scuola

Venere e Adone

Periodo

XVIII sec.

Soggetto

Mito

Tecnica

olio su tela

Dimensioni

cm 50×37

Altre informazioni:
Collezione (Ex Museo Civico);
Proprietà (Comune di Reggio Calabria);
Inventario (4127C)

Le figure di Venere e Adone si incontrano in uno scenario boscoso, alla presenza di tre amorini visibili nella parte destra della tela. La dea è rappresentata nuda, coperta esclusivamente da un panneggio velato, e adagiata su una roccia. Al suo fianco, il giovane Adone, che indossa una veste dorata e un manto rosso, impugna un arco.

Personaggi: Adone, Venere, amorini. Oggetti: Arco, frecce

Venere (in latino Venus, Venĕris) è una delle maggiori dee romane principalmente associata all’amore, alla bellezza e alla fertilità, l’equivalente della dea greca Afrodite. Sono molte le ipotesi sulla nascita della dea. C’è chi sostiene che essa scaturì dal seme di Urano, dio del cielo quando i suoi genitali caddero in mare dalla castrazione subita dal figlio Crono, per vendicare Gea, sua madre e sposa di Urano. Un’altra ipotesi è che essa sia nata da una conchiglia uscita dal mare. Venere è la consorte di Vulcano. Veniva considerata l’antenata del popolo romano per via del suo leggendario fondatore, Enea, svolgendo un ruolo chiave in molte festività e miti della religione romana.
Adone, era figlio di Cinira, re di Cipro e sacerdote di Afrodite, e di sua figlia Mirra che, per sfuggire al suo crudele destino di amore passionale per il padre, aveva ottenuto dagli dèi di essere mutata nell’albero della mirra, la pianta araba che stilla lacrime di resina, di un amaro profumo. In primavera, da un albero che si aprì nacque dunque Adone. Afrodite prese il bambino appena nato e teneramente lo amò, e poi lo affidò a Persefone, la regina dell’Erebo, perché lo allevasse. Quando Adone divenne bellissimo adolescente, Afrodite si recò nell’Erebo per riaverlo ma anche Persefone si era affezionata a lui e non volle restituirlo, Zeus allora decise che Adone passasse metà dell’anno nell’Erebo con Persefone e l’altra metà sulla Terra con Afrodite. Un giorno di fine estate, mentre l’avvenente giovane stava sulla Terra a caccia un cinghiale infuriato lo assalì e lo uccise. Afrodite pianse Adone e la sua bella gioventù sfiorita e dalle sue lacrime nacque l’anemone. Il significato di questo mito è chiaro, Adone è la natura che si risveglia in primavera e muore in estate.

Condividi
Questo blocco è in errore o mancante. Potresti aver perso dei contenuti, o potresti provare se riesci a abilitare il modulo originale. Questo blocco è in errore o mancante. Potresti aver perso dei contenuti, o potresti provare se riesci a abilitare il modulo originale.