L’espressione “Grand Tour”, è riferita all’esperienza di viaggio intrapresa a partire dal Settecento da molti intellettuali e avventurieri della borghesia europea prima e americana dopo, che scelsero l’Italia e la Grecia come patrie elettive da scoprire al fine di completare la loro formazione umana e culturale e col tempo anche esperienza di divertimento e di svago.
Protagonisti indiscussi del Grand Tour furono i giovani figli delle èlites.
Con il viaggio, la loro educazione libresca e nozionistica si arricchisce e si completa con l’esperienza diretta. I giovani studenti così, completati gli studi, si aprono alla moda, alle tendenze e al gusto estetico più vario venendo a conoscenza usi, costumi e tradizioni delle varie nazioni attraversate.
Meta privilegiata é l'Italia, culla della civiltà e dell'arte ed in particolare il sud di origini magno greche.
Da questa esperienza di viaggio fiorisce un nuovo filone narrativo; innumerevoli epistolari, diari, relazioni, reportages, spesso impreziosite da disegni, vengono dati redatti e dati alle stampe, trovando subito ampia diffusione e successo di critica e di pubblico.
La Calabria e Reggio meta del Grand Tour
Il sublime e la bellezza descritti dai viaggiatori che arrivano fino a Reggio con cuore ardito e selvaggio colpisce i giovani del Grand Tour per oltre due secoli.
Tra questi di gran rilievo la testimonianza del romanziere romantico francese Stendhal che mentre si trova a Brancaleone lungo il basso Jonio reggino, scrive:
“Via via che si procede in Calabria, le teste si avvicinano alla forma greca; numerosi uomini sui quarant’anni hanno esattamente i lineamenti di Giove Mansueto”.
Questo per dire che nell’Ottocento la curiosità dei viaggiatori in Calabria supera la letteratura per aprirsi alla storia, antropologia, analisi del costume.
E’ il caso di un altro grande francese Alexandre Dumas, che reduce dai successi raccolti con le sue storie di cappa e spada dedicate ai moschettieri, decide di visitare il sud Italia. Gran viaggiatore, attento osservatore delle culture straniere, Dumas attraversa la Calabria a partire dal 1835 a dorso di un mulo, arrivando dalla Sicilia dove era approdato in un viaggio avventuroso per mare da Napoli. Sotto falso nome per evitare le persecuzioni monarchiche, accompagnato dall’amico pittore Jadin e dall’attrice Ferrier, il romanziere annota nel suo taccuino le cronache salienti di quello che sarà poi il suo Voyage en Calabre.
È in questo senso si può parlare dell’altro Grand Tour, tra cui i più noti sono George Gissing, Edward Lear e Norman Douglas, quest’ultimo ai primo del Novecento con il suo famoso Old Calabria, che oggi nell’alto cosentino è diventato anche il nome di un parco letterario.
In particolare Edward Lear nel suo “Diario per un viaggio a piedi”, interamente dedicato all’esperienza che lo scrittore inglese fece, nel 1842, proprio nella provincia reggina, riserva splendide pagine alla descrizione di luoghi, paesaggi come quello del Santuario di Polsi:
“Santa Maria di Polsi è una delle più notevoli visioni che io abbia mai visto […] il carattere perpendicolare dello scenario è sorprendente, le rupi boscose da sinistra a destra lo chiudono come le quinte di un teatro”.
L’ammirazione di Lear per il territorio del reggino lo porta alla fine della sua esperienza di nutrire anche un sentimento di nostalgia verso le nobili terre attraversate.
“Lascio le sponde della Calabria con un sentimento di grande tristezza che non posso descrivere. Non è piacevole pensare l’incerto destino di tante gentili e gradevoli famiglie: De Nava, Scaglione, Marzano, eccetera. Profonda malinconia ombreggia la memoria di un viaggio incominciato così piacevolmente”.
Il sentiero dell’Inglese
Dall’esperienza e dai racconti di Lear è nato oggi il suggestivo itinerario del “Sentiero dell’Inglese”; un percorso suggestivo che attraversa le stesse strade percorse dallo scrittore-viaggiatore più due secoli fa.
Le tappe toccano i principali borghi dell’area grecanica della provincia reggina, da Roghudi a Bova, passando per Gallicianò e Bagaladi, ma non solo, anche Scilla rientra tra i luoghi visitati da Lear così come Palmi e Bagnara. Un viaggio emozionante alla scoperta di luoghi incontaminati e posti di rara bellezza come il borgo di Pentidattilo o la fiumara dell’Amendolea. Ogni tappa è segnalata e impreziosita da artistiche targhe che riportano brani dello scrittore inglese che descrivono quei luoghi in tre lingue: italiano, inglese e greco di Calabria.
Inoltre con il cammino dell’inglese, accompagnati da guide escursionistiche locali, è possibile rivivere le emozioni e scoprire quanto raccontato da Lear nel suo viaggio tra le valli dell’Aspromonte e il profondo blu del Mar Jonio.