La festa della Madonna della Consolazione

Riti religiosi e civili di un’intera comunità

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La Festa della Madonna della Consolazione è la ricorrenza religiosa più sentita da tutti i reggini. E’ la festa per eccellenza, attesa e preparata con devozione e passione di anno in anno.

L’evento ricade ogni secondo sabato di settembre, abbracciando quattro giorni consecutivi di celebrazioni e festeggiamenti civili che culminano con il gran finale del martedì sera, quando tutto lo Stretto è illuminato da giochi pirotecnici, allestiti nelle acque antistanti il lungomare Falcomatà.

La sacra effige della Madonna, collocata su una pesante vara, viene trasportata in processione dalla collina dell’Eremo fino al Duomo, dai famosi “portatori ”, che a spalla conducono il quadro attraverso un percorso cittadino che si snoda fra ali di folla in preghiera e giubilo.

Pur essendo San Giorgio il patrono della città, la Madonna della consolazione è riconosciuta da tutta la comunità di Reggio come la vera protettrice alla quale appellarsi, chiedere grazie, offrire voti; per questo la madre di Gesù viene appellata dai fedeli “avvocata nostra”.

Processione della Madonna della Consolazione Reggio Calabria

I portatori della Vara e la “volata”

Il martedì è il vero cuore della Festa, quando viene portato in processione il quadro della Madonna della Consolazione, opera del pittore reggino Nicolò Andrea Capriolo nel 1547. Questo dipinto viene trasportato per il centro storico dai “portatori della Vara”, una macchina a spalla di dimensioni notevoli: alta 5 metri, pesa 12 quintali. I portatori, seguiti dai fedeli, percorrono a piedi circa 3,5 km, partendo dalla Basilica dell’Eremo, nella parte alta di Reggio, fino al Duomo, attraversando anche corso Garibaldi, la strada principale della città. Il momento più suggestivo è “la volata”: nell’ultimo tratto della processione, dall’inizio di Piazza Duomo, i portatori corrono sotto il peso della Vara.

LO SAPEVI CHE?

La prima processione per celebrare la Festa della Madonna della Consolazione risale al 1636.

 

 

Il dipinto di Andrea Capriolo

Risalente al 1547, il dipinto è opera del pittore reggino Nicolò Andrea Capriolo e raffigura la Vergine assisa in trono che sorregge Gesù Bambino, con a sinistra San Francesco che tiene in mano il libro della Bibbia e a destra Sant’Antonio da Padova con il giglio e il libro della scienza teologica. Sopra di loro, due angeli incoronano la Madonna.

 

Tradizioni popolari e prelibatezze per il palato

Oltre all’aspetto religioso, da sottolineare l’esplosione di gioia e di tradizioni popolari che caratterizzano la vita della città nei giorni della festa. Non solo le classiche bancarelle di artigianato e il grandissimo luna park, suggestivamente allestito in riva al mare: una nota particolare meritano le attività ristorative che permettono di degustare vari piatti caratteristici della cucina reggina. Tra questi vanno ricordati “u paninu ca satizza” (dicesi anche “paninu cu satizzu”), panino farcito con salsiccia di maiale, peperonata o patate fritte e cipolla, e altre deliziose varianti e le “frittole”, piatto popolare immancabile sulle tavole dei reggini, da qualche decennio gustato anche nella sua versione street food con assaggi di maiale cucinato a fuoco lento nella tipica “caddara”, una pentola di grandi dimensioni. Tutto il centro storico diventa pedonale e il Duomo è aperto anche di notte per accogliere i fedeli, provenienti da Calabria e Sicilia, in veglia di preghiera. Nelle piazze e lungo le strade nelle serate mariane è possibile assistere e farsi coinvolgere nel ballo rapsodico della tarantella tradizionale, ballo che affonda le proprie radici nella Magna Grecia in quei balli così simili a quelli dei culti dionisiaci.

 

 

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