La Pinacoteca Civica di Reggio Calabria è stata istituita con Delibera di Consiglio Comunale n. 22 del 9 luglio 2008 che ne ha approvato anche il Regolamento. La Pinacoteca Civica di Reggio Calabria è stata istituita con Delibera di Consiglio Comunale n. 22 del 9 luglio 2008 che ne ha approvato anche il Regolamento. È stata inaugurata il 26 maggio 2008, in seguito alla ristrutturazione dei locali che la ospitano, situati in un'ala del Teatro Comunale "Francesco Cilea". Vi sono riunite le opere più prestigiose del patrimonio artistico dell'ente di epoca compresa tra il XV ed il XX secolo. Le opere più antiche provengono dalle collezioni del Museo Civico, soppresso nel 1948. Il Museo Civico fu inaugurato, sotto l’amministrazione del sindaco Plutino, il 18 giugno 1882, per ospitare i reperti archeologici provenienti da diversi scavi effettuati sul territorio provinciale (foto 1 - Manifesto di inaugurazione del Museo Civico).
Le sedi
La prima sede del museo fu in alcune sale della biblioteca comunale, all’interno del Palazzo Arcivescovile situato accanto al Duomo, che divennero presto insufficienti per contenere le collezioni che via via aumentavano con i frequenti rinvenimenti archeologici. Tra il 1887 ed il 1889 il Museo trovò una nuova sede in un fabbricato della Real Palazzina, ossia il fronte a mare della città edificato tra il 1786 ed il 1872, e, più precisamente, nell’edificio posto all'angolo tra la Via Marina e Piazza Caserme con affaccio sui resti delle terme romane rinvenuti nel 1886. Il nuovo museo si articolava su due piani; al piano superiore trovavano collocazione i dipinti che erano 46 nell’inventario del 1892 (foto 2 - Il Museo Civico prima del sisma del 1908).
Tra le opere di questo primo nucleo rientrano il gruppo scultoreo del Laocoonte, attribuito a Pietro Bernini proveniente dal seminario, i dipinti: S. Ignazio di Loyola di Giuseppe Mancinelli, oggi esposto all'interno della Chiesa degli Ottimati, Caino e Abele, proveniente dal soppresso convento dei Padri Filippini, Apollo e Marsia e, soprattutto, le due tavolette, successivamente attribuite ad Antonello da Messina, "Visita dei tre angeli ad Abramo" e "San Girolamo penitente", acquistate dal Comune nel 1890 da Giovanbattista Rota fu Michele, discendente di famiglia nobile reggina. Durante il sisma del 28 dicembre 1908 anche l’edificio del Museo Civico riportò danni ingenti e così le opere ivi contenute (foto 3 - L'edificio del Museo Civico dopo il sisma del 1908). Per custodire temporaneamente le collezioni, nel 1911 su progetto dell’Ingegnere Pedace fu costruito un padiglione baraccato, ampliato nel 1913, lungo Piazza Acacie (zona dell’attuale Via XXI Agosto); iniziava intanto in città la diatriba tra l’istituzione di un nuovo Museo Nazionale archeologico a Reggio Calabria, secondo quella che era l’idea dell’archeologo e soprintendente Paolo Orsi ed un Museo Civico, da collocare magari nei resti del Castello, proposta, quest'ultima, approvata il 17 maggio 1911 dal consiglio comunale. Intanto le collezioni aumentavano, anche a causa dei danni subiti durante il sisma da numerosi edifici civili e religiosi che contenevano opere d'arte al loro interno. Nel 1909 entrò a far parte delle collezioni del Museo Civico la quadreria di Federico Genoese (foto 4 - ritratto di Federico Genoese), ereditata dal fratello Domenico e da questi devoluta al Comune per lascito testamentario, in seguito alla sua morte nella notte del sisma. Tra le 65 opere della collezione: i dipinti del pittore reggino Vincenzo Cannizzaro, la "Cena in Emmaus" attribuita ad Alonso Rodriguez, la "Liberazione di San Pietro dal carcere" di scuola pretiana, "Giuditta e Oloferne" di scuola barocca siciliana.
Nel 1915, l'Amministrazione Comunale arricchì ulteriormente il suo patrimonio artistico acquistando la collezione - Lavagna - De Blasio (foto 5 - La carrozza del Barone De Blasio). Questa collezione, formata da 35 dipinti, fu venduta dal barone De Blasio, essendo andata distrutta la sua villa in località Sbarre Superiore, dove erano custodite le opere. Tra i dipinti della collezione, "Cristo e l'adultera" di Luca Giordano, "Ragazza che lava i sedani" di Monsù Bernardo, i paesaggi del reggino Ignazio Lavagna Fieschi. Intanto, occorreva dare una collocazione stabile ad opere e reperti del museo civico, che nel 1915 furono in parte trasferiti presso gli scantinati del terminato Regio Istituto Magistrale, e nel 1922 in quelli dell'odierno Istituto Tecnico "Piria" dove fu allestito il Museo Civico "Spanò Bolani" (foto 6 - Istituto Tecnico Piria), mentre parte delle collezioni archeologiche erano in custodia presso i musei nazionali di Siracusa e Taranto. Dal 1915 si susseguirono i progetti per la sede stabile del museo, dal primo progetto degli ingegneri De Simone e Laviny, sull'area dell'attuale Piazza del Popolo, al progetto definitivo del 1932 firmato dall'Architetto Marcello Piacentini.
L'ormai Museo Nazionale della Magna Grecia, fu inaugurato il 19 novembre 1941, ma la sezione d'arte bizantina, medievale e moderna, comprendente anche le opere pittoriche e scultoree, fu inaugurata quasi trent'anni dopo, il 19 aprile 1969 (foto 7 - Museo Nazionale Archeologico della Magna Grecia). Vi furono esposti 60 dipinti, distribuiti in cinque sale, parte delle opere provenienti dal soppresso Museo Civico e parte di opere statali acquistate a partire dal 1925. Con la Convenzione siglata il 22 maggio 1948 tra Comune di Reggio Calabria e Ministero della Pubblica Istruzione, infatti, il Comune cedeva in uso al Ministero l'edificio del Museo e le collezioni del Museo Civico, che contestualmente veniva soppresso.
Il 26 maggio 2008 è stata inaugurata l'attuale sede della Pinacoteca Civica di Reggio Calabria (foto 8 - Inaugurazione della Pinacoteca Civica), situata al primo piano del Teatro Comunale "Francesco Cilea", costruito tra il 1920 e il 1931, su progetto del 1919 degli ingegneri Domenico De Simone e Luigi Laviny. L'ala del teatro, appositamente ristrutturata su progetto dell'architetto Fabio Mariano, espone in ordine cronologico quelle che furono le collezioni dell'ex Museo Civico, arricchite da alcune opere di proprietà statale, come "Il ritorno del figliol prodigo" di Mattia Preti e dalle collezioni comunali formatesi nel corso del Novecento. Queste ultime opere provengono in larga parte dalle Mostre Biennali d'Arte Calabrese che si susseguirono a Reggio Calabria tra il 1920 ed il 1951, organizzate e promosse dal Professore Alfonso Frangipane (foto 9 - Alfonso Frangipane). È grazie alle Biennali che oggi possiamo ammirare le opere dei calabresi Rubens Santoro, Saverio Gatto, Enrico Salfi, Raffaele Ursini, e di artisti di fama internazionale come Renato Guttuso. L'ultima collezione pervenuta è la collezione Vitrioli, concessa in uso al Comune dai discendenti del pittore e compositore reggino Annunziato Vitrioli e di suo figlio Tommaso, anch’egli pittore.