Oppido Mamertina e la sua storia antichissima

L’antica Mella

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L’antica città di Oppido Mamertina si trova alle pendici dell’Aspromonte, immersa in un bosco di rigogliosi ulivi secolari. Circa il 35% del territorio di Oppido è stato dichiarato di rilevante interesse ambientale e incluso all’interno del perimetro del Parco nazionale dell'Aspromonte. L'intero territorio del Comune di Oppido, insieme ai comuni di Santa Cristina d'Aspromonte e di Scido, costituisce il Parco Antropico del Mamerto.

Oppido Mamertina

Origini antichissime

Le origini di Oppido sono legate all’antica Mamerto e al popolo dei Mamertini, che portavano questo nome perché ispirati dal dio della guerra Marte: un popolo di mercenari, dedito appunto alla guerra, proveniente dalla Campania e arruolato dal tiranno Agatocle di Siracusa (III secolo a.C). Alcuni di essi si stabilirono nel territorio calabro e messinese; nel III secolo a.C giunsero presso Mella, oggi area archeologica nei pressi di Oppido, e l’abitato fu abbandonato e ripopolato in epoca romana. In questo periodo la città prese il nome di Oppidum, di cui ci restano oggi notevoli testimonianze. Tuttavia, il territorio di Oppido risulta essere stato abitato già durante l’epoca di colonizzazione greca (VII secolo a.C.).

Il sito archeologico di Mella è una delle grandi attrattive del territorio di Oppido: numerose campagne di scavo, che hanno visto impegnate anche alcune università statunitensi, hanno infatti riportato alla luce ritrovamenti di diverse epoche e di grande interesse archeologico. I reperti hanno consentito agli studiosi di verificare la presenza di strade lastricate larghe più di 7 metri, lungo le quali si allineavano grandi edifici civili in un contesto culturale pienamente urbanizzato.

Le numerose monete emerse, appartenenti alle zecche o autorità di Roma, Metaponto, Valentia, Locri Epizefiri, Rhegion, Catania, Siracusa, e di Cartaginesi in Italia, Bretii e Mamertini, testimoniano i grandi traffici commerciali che interessarono il territorio e le città greche del Sud Italia. Negli anni in cui non era tutelata, purtroppo l’area archeologica ha subito saccheggi che hanno sottratto alla comunità un patrimonio di inestimabile valore.

Dopo il terremoto del 1783 che devastò Oppido, oggi il borgo è stato ricostruito seguendo un impianto urbano moderno con larghe strade perpendicolari e piazze, come Piazza Duomo, luogo di ritrovo degli abitanti e cuore culturale del paese.


Arte e cultura di Oppido Mamertina

La Coppa di Varapodio, detta anche Coppa di Tresilico è oggi conservata al Museo Archeologico di Reggio, ma è stata rinvenuta nel territorio di Oppido e costituisce una delle massime espressioni di arte vasaria della Magna Grecia. Si tratta di una coppa di vetro finemente decorata in foglia d’oro con una scena di caccia dedicata al culto della dea Artemide.

Il Museo Diocesano di Arte Sacra (MuDOP) ambisce ad essere il trampolino culturale di rilancio del borgo. Sorge accanto alla Cattedrale e raccoglie opere di pregevole fattura e valore, tele, icone, argenteria ed elementi architettonici, relative alle strutture religiose della diocesi di Oppido.

Il centro storico conserva numerosi palazzi nobiliari e Chiese di notevole interesse architettonico, come la Matrice, dedicata all’Assunta (in stile neoclassico), la Chiesa dell’Annunziata e l’Abbazia risalente al 1596.

La festa di Maria Santissima Annunziata

La Festa più sentita dalla comunità è quella di Maria Santissima Annunziata. La statua della Madonna Annunziata, custodita nella cattedrale, è un'opera lignea realizzata nel 1841 dallo scultore napoletano Arcangelo Testa. Il canonico Pignataro, nel suo studio su "Il culto di Maria SS. Annunziata in Oppido di Calabria", fa risalire il culto dell'Annunziata al periodo in cui nella diocesi si praticava il rito bizantino. All'epoca si venerava nel borgo un'icona bizantina miracolosa della Madonna Annunziata, opera attribuita a un pittore di Costantinopoli di nome Luca e realizzata nel XII secolo, oggi andata perduta.

LO SAPEVI CHE?

Il Castello di Oppido antica, risalente al X secolo, resistette nel 1056 all’assedio dei Normanni e presenta nella sua ultima fase evolutiva un aspetto aragonese. Il maniero è il luogo dove un anonimo trovatore medievale, autore della Chanson d’Aspremont, ambienta l’episodio nel quale il giovane Orlando diviene paladino uccidendo il re nemico Agramante.


La frazione di Piminoro

La località di Piminoro sorge a 719 metri sul livello del mare e rappresenta una delle frazioni più suggestive del comune di Oppido. Il nome del sito ha origini greche e significa “Monte dei pastori”. Dall’alto di questo promontorio si può godere di un panorama incantevole a perdita d’occhio su tutto il territorio della Piana di Gioia Tauro, dal mar Tirreno fin su al cuore dell’Aspromonte. Il villaggio, nel quale oggi risiedono solo un paio di centinaia di abitanti, è una diretta filiazione dell’emigrazione interna dalle Serre del vibonese agli inizi dell’800.

L’insediamento, infatti, deve la sua origine all’opera del vescovo di Oppido Alessandro Tomassini che, nel 1792, diede avvio alla costruzione di una sede estiva per i seminaristi. Completata l’edificazione del seminario estivo, il vescovo reclutò un gruppo di carbonai serresi che con le loro famiglie formarono il primo nucleo di abitanti del piccolo borgo. Il secondo sabato di luglio si festeggia fra le stradine di Piminoro “La Divina Pastora”, il cui culto proveniente dalla Spagna è molto sentito e vissuto con grande partecipazione e sentimento religioso anche da molti fedeli dei centri vicini. Al termine della novena che precede il giorno della festa, il simulacro della madonna, una statua lignea, viene poi portato in processione a partire dalla chiesa per arrivare nel luogo dove un tempo c'era l'antica parrocchia, distrutta dall'alluvione del 1951.

38.294012330521,15.983759881638
Dove
Oppido Mamertina

Oppido Mamertina, 89014
RC

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