Scido, cuore dell’Aspromonte

Un comune adagiato tra dense distese di ulivi

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Scido ha origini bizantine, per quanto alcune tracce facciano credere che l’area fosse occupata fin dall’epoca greco-romana. Nel 951 dC, durante un’invasione araba, i suoi abitanti terrorizzati si ritirarono verso l’entroterra, dando origine al Borgo di Scido (Skydon, quando la lingua degli abitanti era greca, significa appunto “luogo dai fitti boschi”). La sua storia più recente lo vede assoggettato alla signoria dei conti di Sinopoli fino alla fine del Quattrocento; passò quindi alla famiglia degli Spinelli fino al disastroso “tremuoto” del 1783 che lo rase al suolo. Ricostruito con devozione dai suoi abitanti, sotto i Borboni fu aggregato al Comune di Santa Cristina dal quale si staccò solo nel 1837.

Scido

Le chiese dopo il terremoto

Purtroppo, a causa del terremoto di fine ‘700, oggi rimane ben poco delle antiche pievi. Alcune strutture, però, risultano ancora di grande interesse storico: la Chiesa Parrocchiale di San Biagio, per esempio, ha origini molto antiche, si sa della sua esistenza già nel XII secolo. Tra le opere, la Chiesa custodisce al suo interno due preziose statue marmoree della scuola del Gagini risalenti al ‘700 circa: la statua della Madonna del Soccorso e di Santa Caterina d’Alessandria. La frazione di Santa Giorgìa (il tono sulla “ì” pronunciato alla greca), invece, fino al XVIII secolo fu la parte più importante di Scido e vi abitavano circa 600 persone. Qui si venerava in modo particolare “Santa Maria del Soccorso”, a cui era dedicata una Chiesa, oggi soppiantata dalla nuova Chiesa di Santa Maria della Catena costruita dopo il terremoto. Gli abitanti erano talmente devoti a Maria soccorritrice che era d’uso dare il nome “Soccorsa” alle proprie figlie. La processione della Statua di Maria della Catena, oggi custodita nella nuova Chiesa, era un momento molto sentito dagli abitanti.

La nuova vita dei palazzi culturali

La biblioteca comunale “Paolo Greco” si trova nell’antico palazzo Ruffo e raccoglie un ingente patrimonio di grande valore storico e culturale: beni librari dal 1500 fino ai giorni nostri (l’opera completa del Galluppi, una rarissima edizione delle tragedie di Ruffa, l’opera dello Saint-Non, di Barrio , di Strabone per citarne alcuni), reperti archeologici , manoscritti, lettere autografe di scrittori, autori e uomini illustri, pergamene, beni etno-antropologici, reperti numismatici e collezioni di opere artigianali, come una pregiata collezione di pipe, lavoro dell’artigiano scidese mastro Rocco De Giglio (1913 – 2009). Adiacente a palazzo Ruffo troviamo invece il Museo della civiltà contadina, una struttura a testimonianza di antichi mestieri dove è possibile ammirare vari utensili e un vecchio frantoio in pietra di inizio ‘900 ancora funzionante. Tra i monumenti invece ricordiamo il Monumento ai caduti dello scultore Domenico Papalia.

LO SAPEVI CHE?

Scido è delimitato dalle due fiumare Cresarini e Pietragrande. Adagiato su un triangolo pianeggiante, con l'apice rivolto verso il nord, è circondato da colline e vaste distese di ulivi.

38.243080200905,15.93341588974
Dove
Scido

Scido, 89010
RC

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