Archeologia e Storia
Un racconto lungo tremila anni
Reggio fu fondata dai greci provenienti dall'Eubea, dalla città di Calcide, nel 734 a.C.
Durante il periodo magno greco attraversò un periodo di assoluto splendore sotto il tiranno Anassilao che unificò le due città dello Stretto (Rhegion e Zancle, oggi Messina). Nel corso della battaglia tra greci del Sud Italia e Cartaginesi, Reggio appoggiò questi ultimi a causa della forte rivalità con Siracusa e, di lì a poco, venne quasi completamente distrutta per volere del tiranno siracusano Dionisio il Vecchio, che non perdonò mai questo tradimento.
Ricostruita dal figlio Dioniso II con il nome di Febea (la città del Sole), Reggio fu città importante anche durante il periodo romano al quale risalgono importanti testimonianze di epigrafi in doppia lingua, greco e latino.
Nel periodo bizantino Reggio divenne la città più importante dopo la caduta della Sicilia nelle mani degli arabi (fine X secolo). I Normanni, inviati dalla Chiesa di Roma a latinizzare il Sud Italia greco, tuttavia lasciarono libertà al popolo reggino che rimase di lingua greca e religione ortodossa almeno fino al XII secolo.
Nel XIII secolo, durante i Vespri Siciliani, Reggio appoggiò gli Aragonesi contro gli Angioini e da qui iniziò la dominazione aragonese di cui restano a testimonianza le tue torri dell’omonimo castello.
Dal XV secolo passò sotto i Borboni, che tuttavia non hanno lasciato segni evidenti nella città, contrariamente a quelli causati dai terremoti del 1873 e del 1908 che la distrussero totalmente. I reggini, però, non abbandonarono mai il sito di fondazione greca e, con molta pazienza e dedizione, avviarono per l’ennesima volta la ricostruzione. È in questo periodo che vengono fuori i maggiori ritrovamenti archeologici di epoca romana e greca.
Negli anni '70 Reggio si rese nota per i moti scoppiati contro l'assegnazione del Capoluogo a Catanzaro. Ancora oggi è forte la “rivalità” tra le due città.
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