Fondato dai Greci fuggiti dall’isola di Samos a causa delle frequenti incursioni dell’esercito persiano, Samo è stato un importante scalo magno-greco caratterizzato da una intensa attività commerciale con la Grecia e con le poleis magnogreche. Patria dello scultore Pitagora da Reggio, come scritto da Protagora ed Epicuro, è oggi una cittadina con poco meno di 1000 abitanti, tutta da scoprire e valorizzare.
Un passato fonte d’orgoglio
Il borgo di Samo risale al periodo magno-greco, probabilmente fondato dai coloni della patria del filosofo Pitagora: Samo greca. Erodoto, nel 492 a.C., ci racconta infatti che i Samii provenienti dalla Samo greca assieme ai Milesii, fuggiti dalla Penisola Ellenica a causa della tirannia del Re Dario, si rifugiarono dapprima a Zancle, l’attuale Messina, e successivamente si separarono: i Milesii a occidente fondarono Mileto e i Samii a oriente sul dorso di un fiume vicinissimo a Zancle, nella zona oggi conosciuta come La Verde. A causa delle invasioni dei Saraceni furono però presto costretti a scappare verso il monte Palècastro (in greco “antica fortezza”), dove fondarono la nuova cittadina, poi completamente distrutta dal terremoto del 1638. La leggenda narra che solo una casa rimase in piedi e la sua padrona, che sopravvisse alla sua famiglia, alla scoperta di così tanta desolazione lanciò un grido: “Mi crepa il cuore”. Crepacore fu quindi il nuovo nome della cittadina di Samo, poi diventato nel tempo e fino al 1911 Precacore. Nel 1908 un altro terremoto devastò questo nuovo borgo: tutti coloro che sopravvissero si spostarono poco più in là, dove da più di cento anni vi è l’attuale Samo, nome che ricorda le sue antichissime origini elleniche. Il borgo di Precacore, sottoposto a un recente restauro, oggi è meta di turisti ed escursionisti che ammirano i suoi resti dell’arte greco-bizantina.
LO SAPEVI CHE?
Si pensa che Samo diede i natali allo scultore Pitagora di Reggio, uno dei possibili autori dei Bronzi di Riace.
Le antiche tradizioni ancora vivono
Nella sua semplicità, Samo è una piccola cittadina che nasconde una bellezza incredibile. Al mattino ci si sveglia col profumo del pane e del formaggio fresco e con le donne che passano per le vie del borgo portando una cesta di viveri sulla testa, come si faceva un tempo. L’aria della genuinità si respira anche grazie all’antica tradizione della tessitura, portata ancora avanti con determinazione dalle donne del paese, che conservano gelosamente il loro telaio.
Il borgo in festa
Ogni 29 agosto a Samo si rispetta l’antica tradizione dei festeggiamenti a San Giovanni Battista della Rocca, patrono del paese. Una festa che ha origini antichissime e rispecchia la vecchia processione tra le vie di Precacore. Anche la statua del santo pare sia la stessa di anni fa e fautrice di numerosi prodigi.