Il merluzzo essiccato, stokkfisk in norvegese, ha trovato la sua perfetta collocazione proprio a Mammola, piccolo borgo suggestivo della provincia di Reggio Calabria. È proprio nell’entroterra reggino che esperte mani artigiane sanno trasformare lo stoccafisso importato dai paesi nordici in alimento pregiato.
La lavorazione dello stoccafisso, un’arte che affonda le proprie radici nei secoli
Il paese di Mammola ha saputo appropriarsi con sapienza e qualità di una tradizione tipica dei paesi del Nord Europa: la lavorazione dello stoccafisso, pesce che giunge salato ed essiccato nelle mani degli artigiani nostrani. Si dice che un elemento imprescindibile per la buona riuscita del processo di ammollo e dissalatura a Mammola sia l’acqua utilizzata che, proveniente dalle numerose sorgenti montane appenniniche dei dintorni, pare abbia una particolare e purissima composizione capace di determinare una perfetta pulizia dello stocco, ottenendo infine un pesce bianco, compatto e dal gusto inimitabile.
LO SAPEVI CHE?
Lo stocco è considerato un piatto della cucina povera: i contadini lo consumavano e lo offrivano ai braccianti impegnati a lavorare duramente nei campi, in quanto il merluzzo essiccato è un alimento dall’alto valore energetico riconosciuto tutt’oggi.
Il piatto tradizionale e la sagra dello stocco
Dai laboratori che curano la dissalatura del pesce alle nostre tavole il passo è breve: ormai lo stoccafisso di Mammola è diventato simbolo della tradizione gastronomica locale. Utilizzabile nella preparazione di antipasti, sughi per la pasta, secondi piatti o come piatto unico accompagnato dalle patate, lo stocco fa parte della tipica cucina mediterranea. Se volete assaggiare tutte le declinazioni culinarie dello stoccafisso non potete mancare alla sagra di Mammola che, dal 1978, nel mese di agosto si veste a festa per far conoscere a tutti il gusto inconfondibile del baccalà.