A meno di cento chilometri da Reggio Calabria e a tre chilometri dal parco archeologico di Locri Epizefiri, si trova la cittadina di Ardore. Tra le due fiumare Condojanni e Pintammati e le prime alture dell’Aspromonte, affacciata sul Mar Ionio in un panorama mozzafiato tra Punta Stilo e Capo Bruzzano. Meta turistica in forte crescita per le splendide acque delle sue coste, è una cittadina anche ricca di storia.
Un centro antichissimo
Prima che arrivassero i Greci, Ardore fu terra di conquista da parte di Enotri e Siculi, come ci testimoniano i ritrovamenti nelle grotte e sull’argine dei fiumi Salice, Condojanni e Pintammati. Alcuni di questi reperti portano gli storici a pensare che il territorio circostante questo affascinante comune fosse stato abitato sin dal Neolitico. Un borgo antichissimo e ricco di storia, quindi, che è stato fortemente influenzato dalla presenza ellenica: il dialetto ancora parlato, infatti, ne conserva cadenza e parole a significare la lunga permanenza del popolo greco. A testimonianza di ciò sono presenti anche numerosi resti, tra cui tombe con vasellame tipico ellenico e, nella contrada Salice, quelli di un teatro greco-romano. Oggi due blocchi quadrati del basamento e una parte di colonna facenti parte di quest’ultimo, sono conservati nel centro storico della cittadina, dove è possibile visitarli. Durante l’epoca romana Ardore divenne un grande centro fortificato, su un colle e articolato in tre piani. I quartieri Margio (dal latino marges, legato alla lavorazione del grano) e Tractaria (dal latino tractoria ovvero luogo di amministrazione della giustizia) conservano ancora l’impianto tipico romano, a testimonianza dell’influenza di questo popolo. Nel periodo delle invasioni bizantine Ardore perde l’importanza maturata nel corso degli altri secoli per cedere il testimone alla vicina Gerace, da cui poi dipenderà. Rifiorirà nuovamente durante la dominazione borbonica, soprattutto nelle attività commerciali – come la produzione di seta, acquistata soprattutto dai commercianti messinesi – e nelle arti, dando lustro a tutta la regione con famiglie nobili e di spessore come i Ramirez e i Gambacorta. L’attuale comune, caratterizzato da uno splendido e quasi intatto centro storico medievale, nasce nel 1908 assumendo lo stemma dell’ultima famiglia feudataria che l’ha dominato: un’aquila divorata dal fuoco con un ramoscello d’ulivo nel rostro e tra gli artigli uno stemma con scritto “Ardor”.
LO SAPEVI CHE?
La Zippularia, pane fresco a forma di ciambella, è una delle tipicità gastronomiche di Ardore. Viene servito con pomodori a pezzetti, sarde o alici marinate, olio e origano e peperoncino. Una bontà che rappresenta in tutto e per tutto la tradizione mediterranea!
Un gioiello nel centro storico
Nel centro storico di Ardore è possibile visitare il Castello feudale. Edificio quadrato a quattro torri – di cui solo una è oggi intatta – sorge su un rilievo di natura tufacea e fu ampliato durante il periodo bizantino. Nato a scopo difensivo e caratterizzato da imponenti fortificazioni di cui conserviamo testimonianze intatte, ha anche ospitato la corte e l’amministrazione cittadina. Nel 1882 il bellissimo giardino tra il ponte levatoio e la facciata fu espropriato per ingrandire l’adiacente Piazza Umberto I. Considerato uno dei più bei castelli della zona, anche se mai ultimato, oggi ospita grandi eventi, privati e non.
Una splendida architettura
Per quanto riguarda l’architettura cittadina, sono due le bellezze da ammirare: primo fra tutti è l’edificio più antico di tutta la cittadina, il Palazzo Arcuri, risalente alla fine del XVI secolo. E anche il caratteristico lungomare, detto la via Marina, è lungo circa 2 chilometri e si affaccia direttamente sull’arenile: un luogo magnifico e molto frequentato nei mesi estivi. Tra l’architettura religiosa del borgo di Ardore, ricordiamo: la Chiesa di San Leonardo, al centro del paese, dedicata sia al Santo da cui prende il nome che a Santa Maria di Lautrenta. Probabilmente di epoca bizantina, fu ampliata e ristrutturata nelle epoche successive a causa dei terremoti. Su tre navate, custodisce molte opere d’arte come la grande tela raffigurante la Madonna del Rosario, l’altare policromo del SS Sacramento del XVIII secolo e il dipinto della Cena in casa del Fariseo, proprio sulla volta che sovrasta l’altare. Degna di stessa attenzione è la Chiesa dedicata alla Madonna della Marina, tipicamente bizantina, che si trova nella contrada Giudeo. Cappella privata della famiglia Gambacorta, ospita al suo interno una bellissima statua raffigurante la Madonna col Bambino. Proprio qui vicino sono stati ritrovati resti risalenti all’epoca greco-romana e di una necropoli paleocristiana. Ridotta ormai a un rudere è l’antichissima chiesa (IX secolo) del Santissimo Salvatore, nella contrada Salvatore, nella Marina. Qui è ancora possibile ammirare, anche se deteriorato dal passare degli anni, un affresco raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino, unica decorazione che probabilmente abbelliva questa chiesa. E ancora, la Chiesa di San Rocco, bellissimo edificio dei primi del Settecento che fu ricostruita dopo il terremoto del 1783 a spese della Cassa Sacra. In seguito ebbe giurisdizione propria sul borgo di San Giovanni. Nella frazione di Bombile si trovava il Santuario della Madonna della Grotta, completamente distrutto da una frana nel 2004.