Pazzano: arte, storia e natura nel cuore della Vallata dello Stilaro

Per secoli fiorente centro minerario

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La storia di Pazzano inizia in epoca molto antica ed è legata allo sfruttamento delle sue risorse minerarie. E' noto che in epoca romana venivano inviati qui i condannati per lavorare nelle ricche miniere di pirite e limonite di cui il territorio era caratterizzato. Tuttavia già in epoca greca queste risorse dovevano venir sfruttate. Tracce di questo passato (monete risalenti al IV secolo a.C.) sono state rinvenute negli anni '50, in località Praca. La forte identità mineraria si consolida nel corso del tempo come raccontano le testimonianze di epoca normanna dell'XI secolo riguardanti la nascita di un vivace insediamento di minatori. Dal XIII secolo, in seguito alla promulgazione delle Costituzioni di Melfi, Pazzano viene inglobata da un punto di vista amministrativo dal Giustizierato di Calabria Ulteriore. Tre anni prima di diventare demanio regio, nel 1524, le miniere di Pazzano vennero donate da Carlo V a Cesare Fieramosca, fratello del più celebre Ettore, quale segno di gratitudine per i servizi prestati. L'attività di estrazione all'interno delle miniere caratterizza il XIX secolo grazie anche allo sviluppo dell'area siderurgica di Mongiana. Diventa Comune autonomo nel 1811 e, nel 1816, inserito nella nuova provincia di Reggio Calabria. La nascita del nuovo governo d'Italia e il crollo della dinastia dei Borbone segna il tramonto dell’attività estrattiva che aveva eletto Pazzano a centro minerario tra i più importanti del Sud, favorendo, contemporaneamente, un forte processo di spopolamento del paese.

Pazzano

Cosa vedere

Collocato tra il Monte Consolino e il Monte Mammicomito, Pazzano conserva tracce significative del periodo minerario: Bocche di Miniere, Laveria, Fontana "Vecchia" (o dei "Minatori, autentico emblema del paese). Le testimonianze delle 25 miniere per l’estrazione del ferro sono oggi oggetto di tutela e valorizzazione grazie anche all’impegno del Comune e dell’Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria, progetto nato per il rilancio del patrimonio archeologico industriale calabrese, con particolare attenzione a quello presente nella vallata dello Stilaro, da molti considerata la "culla della prima industrializzazione meridionale". La cupola di un tempietto di epoca bizantina è stata rinvenuta a metà degli anni ’90 a seguito di alcuni scavi. La Chiesa di santa Maria Assunta ospita statue lignee di pregio, una tela del XIX secolo del Frangipane e altre quattro di inizio XX secolo raffiguranti gli Evangelisti. Probabilmente di origine bizantina è invece l'antica cappella presente in località San Rocco che al suo interno accoglie resti di un affresco del 1600. Un dipinto della Madonna del Carmelo con in braccio Gesù Bambino denominata comunemente "A Madonna da Carcareda" è visibile all'interno di una grotta in località "Carcareda", lungo la provinciale 98. In contrada "Chiesa Vecchia" si conserva la cappella del Santissimo Salvatore, mentre intorno al 1700 trova origine il mulino di località "Vrisi" che può essere raggiunto percorrendo il sentiero naturalistico di Monte Stella che inizia nei pressi della Fontana Vecchia.

 

Eremo di Santa Maria della Stella

Particolarmente suggestivo è l'eremo di Santa Maria della Stella. Situato alle pendici dell’omonimo rilievo e noto anche come santuario di Monte Stella, è un luogo di culto creato all'interno di una grotta. Qui da secoli si venera la Vergine Santissima della Stella la cui immagine è rappresentata da una statua in marmo del 1562. All’ingresso della grotta è possibile ammirare un affresco tardo bizantino e, al suo interno, la caratteristica giara in cui gocciola, senza mai fuoruscire, l'acqua che sgorga dalla roccia. Le origini di questo luogo sono fissate nel Codice greco 598 di Parigi, prima testimonianza storica che ne attesta l'esistenza. Monastero minore dal 1096, diventa santuario nel 1522. L’eremo si raggiunge scendendo una lunga scalinata di 62 scalini scavata nella pietra. Ogni anno il 15 agosto si svolge un pellegrinaggio alla grotta santuario della Madonna della Stella. Percorso di fede che si snoda lungo una sentiero che parte dalla “Fontana vecchia” del comune di Pazzano e conduce alla grotta. L’evento celebra l’Assunzione della Madonna che ricorda la Dormitio Virginis bizantina. Di particolare suggestione è inoltre la leggenda che avvolge questo luogo e che narra delle misteriose vicende della nave su cui era stata caricata la statua della Madonna. Secondo tale racconto l’imbarcazione interruppe la navigazione in modo imprevisto nei pressi di Monasterace. Fu in quel momento che dalla nave venne proiettato un fascio di luce proprio verso la grotta che fu subito notato da alcune persone del luogo, le quali videro anche la Madonna muoversi verso il luogo di culto trasportata da un bue. L’arrivo della Vergine generò la fuoriuscita di acqua dalla grotta che venne raccolta in due giare che, tuttavia, miracolosamente sembravano non riempirsi mai. Un fenomeno a cui la tradizione popolare attribuì effetti taumaturgici.

"Cunfrunta", la festa del Santissimo Salvatore

Pazzano è noto anche per il rito religioso dell’Affruntata. Una manifestazione che, a differenza di quanto accade in altri comuni calabresi che vedono questo partecipato e sentito evento svolgersi nel periodo pasquale, qui la manifestazione va in scena la domenica successiva al primo martedì d’agosto. A Pazzano, dunque, la Cunfrunti (o Cumprunta) cade nella celebrazione del Santissimo Salvatore e si sviluppa da venerdì a domenica attraverso un calendario di eventi e liturgie in cui protagonisti sono anche le statue di Maria Santissima dell’Assunta e San Giuseppe. La chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo ospita il venerdì la statua del Santissimo Salvatore, momento iniziale a cui fa seguito alla mezzanotte di sabato l’esposizione in piazza della statua del Santissimo Salvatore, la celebrazione eucaristica e il trasferimento della stessa statua nella Cappella dei minatori. Questo momento prosegue poi con la veglia notturna. La giornata di domenica segna poi il momento più atteso e partecipato ed è suddiviso in due momenti: il rito del mattino e quello della sera. Il primo prende il via nella Cappella dei minatori dinanzi alla statua del Salvatore e vede avanzare la processione fino al piccolo santuario della Cona e poi avanti fino alla gremita piazza XXIV Maggio, mentre in chiesa vengono disposte le statue di Maria Assunta e di San Giuseppe per essere poi esposte al di fuori, al centro della strada. E’ questo il momento della “Cunfrunti” che vede i tre gruppi di portatori muoversi e avvicinarsi l’uno all’altro fino a diventare un corpo unico secondo movimenti e geometrie perfettamente coordinate. Dopo l’inchino al Salvatore, le statue di Maria e Giuseppe trovano posto in posizione defilata e sanciscono il momento più sentito della Cunfrunti. Prima di lasciare spazio ai bambini ai quali viene concesso di toccare il Salvatore, la processione riconduce le tre statue nella chiesa dell’Assunta per la celebrazione della messa che chiude il rito del mattino. La Cunfrunti si riaccende di nuovo nel tardo pomeriggio con le tre statue che ripetono il copione del mattino e la processione che anima e coinvolge l’intero paese in un tripudio di festa, musiche e fuochi d’artificio.

38.475753668584,16.452337503433
Dove
Pazzano

Pazzano, 89040
Reggio Calabria

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