Quando lo spezzatino diventa "U Suffrittu"

Il maiale regna sovrano

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Nel resto della penisola la parola “soffritto” richiama alla mente quel mix di verdure e odori alla base di molti sughi, ma se siete a Reggio Calabria, “U Suffrittu” è un’altra cosa: uno squisito spezzatino di maiale con parti grasse e magre mescolate alle interiora.

Un piatto che tradizionalmente veniva preparato nei mesi invernali nelle campagne e nei piccoli centri in occasione dell’uccisione del maiale, ricorrenza che se può apparire sinistra per i più giovani, rappresenta da sempre l’occasione per riunirsi con amici e parenti per confezionare le diverse parti del maiale in insaccati e preparati e nel contempo condividere la tavola apparecchiata a festa.

Uno spezzatino per buongustai

La ricetta di U Suffrittu, come molte della tradizione, ha subito nel tempo diverse interpretazioni da parte di chi si è cimentato a cucinarlo, ma per gustarlo con soddisfazione ci si può attenere alle seguenti indicazioni. Tagliate a pezzetti le interiora del maiale (cuore, fegato, polmone, coratella e milza), mettetele assieme a pezzi di carne e lardo in una padella iniziando a cucinarle a fuoco bassissimo fino a che non comincia a sciogliersi il grasso. Aumentate quindi leggermente il fuoco per far soffriggere. A metà cottura, versate un bicchiere di vino rosso locale, fatelo evaporare e aggiungete delle cipolle affettate lasciandole stufare fino a che la carne sia cotta e le cipolle ben amalgamate.

Ricordatevi di portare a tavola la bottiglia di vino rosso usato per la cottura, per poterlo gustare in abbinamento versato nel bicchiere. Se invece avete scelto di ordinare il piatto in uno dei tanti ristoranti che curano la cucina tipica reggina, lasciate che sia il proprietario o il cameriere a ricordarsene, voi limitatevi a godere del piatto ed del vino.

LO SAPEVI CHE?

Un proverbio calabrese recita: “Pa saluti ci vò puru 'u salatu.

(Per una buona alimentazione sono necessari anche i salami e le altre cose che si fanno col maiale)

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